Il segreto dell’isola. #7


Calliope. Dettaglio del dipinto Urania e Calliope di Simon Vouet (1634 ca.)

La sera, a casa di Gloria. #7

La presenza di Miranda aveva contenuto la scossa emotiva ma, nella solitudine della casa, Gloria decise che era tempo di abbandonarsi all’irrequietezza che sentiva scorrere dentro le vene, alimentata da tossine più irritanti del morso della tarantola.
L’impulso di tornare al bar Principe fu intenso, però prevalse il buon senso, e rinunciò. Scelse di rimanere accanto al caminetto acceso, al sicuro dai pericoli delle gelate notturne.Il sole era tramontato presto, come accade d’inverno, e lei chiuse le ante della finestra nello studio. Aveva intenzione di riordinare gli appunti scritti a mano, prima di copiarli al computer, e voleva chiudere fuori dallo studiolo i rari rumori. Accese la lampada da tavolo, spense l’illuminazione centrale, e sedette davanti allo scrittoio. Il fuoco le gettò una luce calda e vibrante sulla fronte e sul volto. Gloria vi si adagiò a occhi chiusi e con il capo reclinato, quasi a cercare conforto nella fiamma vivida. Fu un attimo.

Si riscosse subito da quel momento di abbandono. Pose il taccuino sul ripiano, e lesse le poche righe che aveva scritto al bar. “Il grammofono é impregnato d’odore di tabacco…” socchiuse le palpebre, e fu necessario un profondo respiro per calmare il tremito che scuoteva le mani. “lo stesso che fumava mio padre nella pipa.”
Raccolse una mano nell’altra. I palmi si fecero conchiglie ospitali, e strinse le dita a contenere lo scorrere della sabbia del tempo.

 

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