Primi amori.


Primi amori

Dopo Angelo, ho avuto tante cotte che non posso narrarle tutte. È strano, ho solo tredici anni e il mio cuore vola da un ragazzo all’altro, come una farfalla sui fiori. Dicevo, dopo Angelo m’innamorai di Fabrizio, il figlio degli amici di famiglia che vivono a Castro, come noi.


I Giannoni, oltre ad Anita e Elisa, hanno altri due figli, Fabrizio e Franco. Il capo famiglia, originario d’Aqueterne, è un lontano parente di nonna Beatrice. A volte,la domenica, andiamo a fare visita ai Giannoni, nella loro casa di campagna, dove mi accolgono con cortesia e affetto la moglie Lena e la vecchia tata.
La signora è gentile, graziosa, pallida e molto magra, tanto che pare sempre ammalata o sul punto di perdere i sensi. Fabrizio mi piace. È estroverso, simpatico, gentile. Abbiamo la stessa età. Dopo pranzo, trascorriamo insieme interi pomeriggi. Giochiamo a Shangai, a domino e a tris. Gareggiamo a comporre nel più breve tempo possibile puzzle o a combinare disegni, infilando puntine colorate in una tavola forata.
Fabrizio non è quel che si dice un bel ragazzo: statura nella media, un po’ robusto, labbra carnose, proprio come il padre, cui tanto assomiglia.
Franco, il figlio maggiore del dottor Giannoni, è un tipo silenzioso e introverso. È un bellissimo ragazzo, alto, magro, delicato come la madre. Ha problemi di salute, piuttosto seri. Soffre di violenti attacchi d’asma. Per questa ragione, tutti sono molto preoccupati per lui.
La famiglia, in primavera, si trasferisce nell’appartamento in paese, per tenere il giovanotto lontano dai pollini e dalle graminacee. Effimero tentativo. Lui sta male ugualmente. Il paesino è circondato da campi coltivati, da ogni parte.
Marisa, Miss Liceo ’66, è perdutamente innamorata di Franco, ma lui non la corrisponde, nonostante l’innegabile bellezza. Così ho capito che, da sola, la bellezza non basta a fare innamorare un giovane.
Neanche a me garba troppo la Marisa. A dirla tutta, non la sopporto, la trovo antipatica, piuttosto vanitosa, un po’ sciocca e superficiale. Insomma, Marisa non trasmette nessuna emozione positiva.
«È vuota. È sciapa, insipida.». Ripete, spesso, Franco.
Franco affascina moltissimo anche me, mi attrae tanto più di Fabrizio. In ogni caso, ho rinunciato persino ad amarlo idealmente. Tutto è immensamente complicato. Lui è troppo maturo, per me, e oltremodo fascinoso. Mi spaventa il suo potere di seduzione. Temo d’essere rifiutata come la povera Marisa.
Fra le altre cose, qualcuno assicura che Franco sia perdutamente innamorato di una ragazza, che ha conosciuto all’università.
Tornando al mio amorino per Fabrizio, devo dire che la cotta durò poco. Mi piace ancora, ma lo considero un amico, un compagno di giochi domenicali e di vacanze estive. Devo imparare a non confondere l’amicizia con l’amore. Ho capito che sono sentimenti simili, ma l’amore ha sfumature più intense dell’amicizia e non sempre quei toni sono gradevoli.

L’amore è un gran bel scombussolamento!

Nel mese d’agosto, i Giannoni trascorrono un periodo di riposo in montagna, nel nostro paese d’origine, poiché l’aria fresca e il cibo genuino giovano molto alla salute di Franco. Durante le ferie, ho occasione d’incontrare Fabrizio e trascorrere con lui ore piacevoli tra passeggiate in campagna, pic-nic nei prati e corse in bicicletta. Noi due insieme siamo spensierati e tranquilli.
Fabrizio piace anche a Linda, una strana ragazza. Lei è molto invidiosa di me, per il tempo che trascorro con il suo Fabrizio.
A ogni modo, l’infatuazione per Fabrizio durò una sola estate, come una canzone. L’autunno mi portò un nuovo amore. M’invaghii di un altro ragazzo. Ma questa è un’altra storia…

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